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Wednesday 7 January 2009

commento a "Sayonara, gangsters" di Takahashi G.


Sarò un amante della letteratura genericamente definibile come "classica" (senza che questa definizione vada a scomodare i greci e latini), ma questo "Sayonara, gangsters" per me non rappresenta molto più di... NULLA! Come diamine si fa a definire letteratura questa accozzaglia di pensieri e citazioni?
- trama più o meno inesistente; - personaggi eccessivamente surreali; - ambientazione totalmente folle (un fiume largo 200 metri al 6 piano di un palazzo?); - parimenti alla trama, il "romanzo" inizia e finisce all'insegna del nonsense. Totalmente deluso. Non è che mi aspettassi un romanzo all'altezza di Murakami (Haruki, non Ryu), ma qualcosa che posso inserire tranquillamente nel reparto LETTERATURA, sì! A mio parere, la letteratura (l'arte in genere) deve avere qualcosa da comunicare.. un messaggio qualsiasi: d'amore, d'odio, di critica (positiva o negativa); ma qui troviamo solamente un assurdo miscuglio di citazioni (complimenti all'autore per la poliedricità dei suoi interessi comunque), ma che non portano a nulla se non ad un fastidio che prende il via alla terza pagina e termina all'ultima. Takahashi è debitbgvvvvvvvvvvv'phr [quest'ultima cosa l'ha scritta Momo - una micia]. Dicevo, Takahashi è debitore alle Ferrovie dello Stato per aver fatto i treni dove non si possono abbassare i finestrini, altrimenti la mia copia sarebbe stata, al momento, subissata, oltre che dalle mie critiche, da tante sprezzanti gocce d'acqua.

BBBOOOCCCCCCIIAAATTTOOO


Takahashi Gen'ichirō [高橋源一郎]

Sayōnara, gangsters [さようなら、ギャングたち]

BUR, 2008 [1982]

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