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Thursday 2 October 2008

[ commento a "che tu sia per me il coltello", di Grossman D.]

[Ho deciso di leggere questo libro perchè sedotta da critiche entusiastiche che lo definivano addirittura un "capolavoro"..
..ma dopo le prime 70 pagine sono stata quasi tentata di abbandonarlo (!!)..
.. poi ho pensato che i libri, come gli animali, non vanno abbandonati; quindi, sperando in un miglioramento sono arrivata fino in fondo alle 326 pagine che aspettavano di essere lette.

A
rrivata faticosamente alla fine posso dire che l'idea di fondo è stupenda, anche se ci tengo a far presente che non si è inventato niente di nuovo: la maggior parte delle letterature vantano alle origini opere così dette "epistolari", quindi più che inventare a riproposto in chiave moderna uno schema del passato; ma sviluppata male, o meglio: probabilmente il suo stile non si confà particolarmente alle esigenze del genere: in quanto per tenere in piedi il racconto è necessario uno stile vitale, attivo che incalzi il lettore... che comunichi sul serio un movimento, l'evoluzione della storia... deve permettere che il lettore s'immedesimi, cosa che, quantomeno nel mio caso non è avvenuta, anzi, lo stile posato, melenso (in certi casi tragico) e monocorda mi ha decisamente infastidito... non ho ravvisato spessore nel protagonista.. decisamente piatto.

Non mi è assolutamente piaciuto!! Bocciato!]

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