Oggi parliamo dello zanshin [残心], ovvero un elemento precipuo del kendo.
- l'unione di ki ken tai [気剣体], ovvero di spirito, spada e corpo;
- zanshin, ossia offrire a noi stessi la possibilità di disegnare un altro cerchio.
Un ippon deve contenere questi due punti, tuttavia, sebbene lo zanshin sia un elemento che ci mette in condizione di fare un altro ippon, in ogni colpo non deve esserci traccia di risparmio. Questo è tipico della filosofia giapponese d'influenza buddhista, ma che in parte è stata sviluppata anche dai filosofi romani, i quali la riassunsero in questa frase: in medio stat virtus. I giapponesi, però, la hanno un po' complicata: bisogna dare il massimo in un colpo, ovvero, se si parlasse di uno scontro volto ad uccidere l'avversario, farla finita con un taglio, ma conservare quello stato d'animo, lo zanshin per l'appunto, che ci consenta di sferrarne poi un altro. E' una ricerca complessa e lunga, ma che conferisce all'arte della spada giapponese quel suo elemento spirituale che tanto la contraddistingue.
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