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Wednesday 29 April 2009

Simon's Cat ovvero un momide bianco


Ecco un video SPASSOSISSIMO in particolare per chi ha un gatto che ha deciso di vivere con lui, perché ci ritroveranno TUTTO del proprio gatto - quanto meno per noi si tratta della fotocopia [in bianco] di Momo -, ma saprà far ridere chiunque... anche perché se non si ride per una cosa così, beh.. DUDE, YOU'VE GOT SOME PROBLEMS!!

That's all, punks!

ps: qui ne trovate altri http://www.youtube.com/user/simonscat

Monday 13 April 2009

歌川広重





Il 13 aprile siamo andati a vedere la mostra su Utagawa Hiroshige [歌川広重1797-1858], uno xilografo giapponese del tardo Edo Jidai. Sinceramente stupiti dal dover fare la fila all'esterno - precisamente il museo è il Museo di Via del Corso - dopo un'attesa di qualche minuto in più di un quarto d'ora siamo riusciti a fare i biglietti [quelli che si vedono in foto] e, non appena ci siamo voltati verso l'inizio del percorso, siamo subito rimasti colpiti da un qualcosa che raramente ci è capitato di "ammirare" in un museo italiano: un buon allestimento!! E non mi sto riferendo al solito problema delle fonti di luce che si riflettono fastidiosamente sulle tele - in questo caso sarebbe difficile, trattandosi di stampe -ma proprio a livello "strutturale" il museo è stato adattato a ciò che ospita: ponticelli che richiamano quelli riprodotti nelle stampe, silhouettes di geisha, giardinetto pseudo-zen e una sala che riproduce quella che, nella mente degli allestitori, doveva essere Edo nel XVIII secolo. Decisamente un lavoro niente male! Discutibili le scelte, se vogliamo, ma, in fondo, un lavoro del genere a noi non era mai capitato! Addirittura le "hostess" erano abbigliate in un modo lontanamente giapponese!

Parlando della mostra in sé, ossia del vero e proprio prodotto artistico, se vi piacciono gli ukiyoe [浮世絵], le stampe del mondo fluttuante, beh allora immagino che siate già andati a vederla! Se, invece, siete soltanto interessati ad un esotismo, che oramai tanto esotismo non è più, si tratta di una mostra piacevole a vedersi e con diversi punti esplicativi - nonché un video sul "come si fa una xilografia" - e anche divertenti come l'angolino dove ti fanno scrivere i caratteri cinesi con le dita il che, salvo persone come me che ci hanno passato anni e consumato tanta grafite e fogli di carta, sembra sia una cosa divertente!

Anche lo shop è quasi totalmente incentrato sull'arte giapponese e sul Giappone in generale. Purtroppo vendono solo 4 stampe [quella che abbiamo preso noi rappresenta i vortici di Naruto, immagine sotto] anche se a poco prezzo e il catalogo della mostra costa più di 30 €, fatto che ci ha bloccato dall'acquistarlo! Peccato perché la mostra merita davvero!




Sunday 12 April 2009

Que fazer com os italianos?


Questo è ciò che di NOI dice il premio Nobel portoghese, José Saramago:

Que fazer com os italianos?

By José Saramago

Reconheço que a pergunta poderá soar de maneira algo ofensiva a um ouvido delicado. Que é isto? Um simples particular a interpelar um povo inteiro, a pedir-lhe contas pelo uso de um voto que, para gáudio de uma maioria de direita cada vez mais insolente, acabou por fazer de Berlusconi amo e senhor absoluto de Itália e da consciência de milhões de italianos? Ainda que, em verdade, quero dizê-lo já, o mais ofendido seja eu. Sim, precisamente eu. Ofendido no meu amor por Itália, pela cultura italiana, pela história italiana, ofendido, inclusive, na minha pertinaz esperança de que o pesadelo venha a ter um fim e de que a Itália possa retomar o exaltador espírito verdiano que foi, durante um tempo, a sua melhor definição. E que não me acusem de estar a misturar gratuitamente música e política, qualquer italiano culto e honrado sabe que tenho razão e porquê.

Acaba de chegar aqui a notícia da demissão de Walter Veltroni. Bem-vinda seja, o seu Partido Democrático começou como uma caricatura de partido e acabou, sem palavra nem projecto, como um convidado de pedra na cena política. As esperanças que nele depositámos foram defraudadas pela sua indefinição ideológica e pela fragilidade do seu carácter pessoal. Veltroni é responsável, certamente não o único, mas na conjuntura actual, o maior, pelo debilitamento de uma esquerda de que chegou a apresentar-se como salvador. Paz à sua alma.

Nem tudo foi perdido, porém. É o que nos vêm dizer o escritor Andrea Camilleri e o filósofo Paolo Flores d’Arcais num artigo publicado recentemente em “El País”. Há um trabalho a fazer conjuntamente com os milhões de italianos que já perderam a paciência vendo o seu país a ser arrastado em cada dia que passa à irrisão pública. O pequeno partido de Antonio di Pietro, o ex-magistrado de Mãos Limpas, pode tornar-se no revulsivo de que a Itália necessita para chegar a uma catarse colectiva que desperte para a acção cívica o melhor da sociedade italiana. É a hora. Esperemos que o seja.

http://caderno.josesaramago.org/2009/02/17/que-fazer-com-os-italianos/


In italiano:

Mi rendo conto che la domanda potrebbe suonare in qualche modo offensiva a un orecchio delicato. Di cosa si tratta? Un semplice particolare per chiamare in causa un intero popolo, per chiedergli conto dell’uso di un voto che, per la gioia di una maggioranza di destra sempre più insolente, ha finito per fare di Berlusconi padrone e signore assoluto dell’Italia e della coscienza di milioni di italiani? Anche se, in realtà, voglio dirlo subito, il più offeso sono io. Sì, esattamente io. Offeso nel mio amore per l’Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana, offeso, ancora, nella mia ostinata speranza che l’incubo possa aver fine e che l’Italia possa riappropriarsi dell’esaltante spirito verdiano che, per un periodo, ha rappresentato la sua migliore definizione. E non mi si accusi di stare gratuitamente mischiando musica e politica, qualsiasi italiano colto e onesto sa che ho ragione e il perché.

É appena arrivata la notizia delle dimissioni di Walter Veltroni. Benvengano, il suo Partito Democratico è nato come la caricatura di un partito ed è finito, senza una parola né un progetto, come un convitato di pietra nella scena politica. Le speranze che in lui avevamo deposto sono state defraudate dalla sua inconsistenza ideologica e dalla sua fragilità caratteriale. Veltroni è il responsabile, certamente non unico, ma nella congiuntura attuale, maggiore, dell’indebolimento di una sinistra di cui si era presentato come salvatore. Pace all’anima sua.

Non tutto è perduto, però. É quello che ci dicono lo scrittore Andrea Camilleri e il filosofo Paolo Flores d’Arcais in un articolo recentemente pubblicato su “El País”. C’è da fare un lavoro insieme ai milioni di italiani che hanno già perso la pazienza vedendo il loro paese trascinato ogni giorno verso la pubblica derisione. Il piccolo partito di Antonio Di Pietro, l’ex-magistrato di Mani Pulite, può diventare il revulsivo di cui l’Italia ha bisogno per giungere a una catarsi collettiva che risvegli il civico agire nella parte migliore della società italiana. E’ l’ora. Speriamo che lo sia.

http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/02/18/cosa-fare-con-gli-italiani/


quindi, ripetiamo: que fazero com os italianos?



Tuesday 7 April 2009

H[igh] D[ynamic] R[ange]: questa nuova conoscenza

Vorrei parlare un po' di questa modalità di postproduzione con la quale mi sto cimentando ultimamente.
Inizialmente, quando vedevo i primi scatti effettuati con questa tecnica e mi chiedevo: "ma che cazzo è?", non la trovavo un granché. Erano i tempi in cui scattavo solo in analogico, quindi è ben comprensibile il mio distacco verso la post-produzione, sebbene ne facessi un po' anche io, tuttavia penso che il mio poco piacere per questa tecnica fosse dovuto all'utilizzo forzato che ne veniva (e viene) fatto. Probabilmente mi erano capitate sotto gli occhi delle foto che erano spiccatamente artefatte, il che mi ha portato a non amarle. Ad ogni modo, suscitarono il mio interesse. Così, da quando ho MOMIX ho iniziato a cercare qualche tutorial su internet e ho in breve capito i princìpi base per fare una foto HDR. Sostanzialmente (e nelle migliori delle possibilità) si tratta di scegliersi un soggetto - preferibilmente con condizioni di luce non eccessivamente forti - e di scattargli 3 (o 5, o 7, o 9...) foto in formato RAW, ognuna con un livello d'esposizione diverso, del tipo -1 / 0 / 1. L'importante è non variare nessuna impostazione tranne l'esposizione, quindi diaframma sempre con la stessa apertura e, possibilmente, nessun movimento della camera (cavalletto e auto-scatto aiutano).
Al momento ho fatto una sola foto che rispetti appieno questa regola [http://picasaweb.google.com/20Oborozuki06/HDR#5320135853471055042], in particolare perché con Photoshop è possibile variare l'esposizione di una foto, anche se il risultato non è bellissimo, ma "chi s'accontenta, gode" recita il proverbio e io, sinceramente, mi sto divertendo anche così. Ed ecco un esempio di quello che si può tirare fuori con questa tecnica:


Scatto originale (no post-produzione). La foto è stata scattata il 4 aprile alle 18.16 a Genzano di Roma (precisamente davanti al Duomo).
velocità otturatore: 1/160 sec
apertura obiettivo: F/10
distanza focale: 18mm
iso: 200





Questo a sinistra è un esempio di HDR "leggero", dico io, ovvero con colori e tonalità accentuate ma ancora "credibili". L'effetto è molto più accattivante rispetto all'originale e forse (dico "forse" perché la mia esperienza nel campo è 0) in camera oscura è un effetto ancora raggiungibile, quindi anche i puristi della fotografia potrebbero non storcere il naso. Ma il "forse" e il condizionale sono d'obbligo.

Per ultima ecco la foto SUPER HDR, ossia il massimo dell'artificioso, dove di fotografico inizia ad esserci veramente poco, solo l'inquadratura direi:



So, what do you think about that???





..solamente nosotros..